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Papa Benedetto XIV

Papa Benedetto XIV

Dip.: Pierre Subleyras (1699-1749)

Notizie: (Bologna, 31 marzo 1675 - Roma, 3 maggio 1758) Papa Benedetto XIV, nato Prospero Lorenzo Lambertini, è stato il 247esimo vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica dal 1740 alla sua morte. Prospero Lorenzo Lambertini, figlio di Marcello Lambertini e Lucrezia Bulgarini, apparteneva al ramo cadetto di una antica famiglia senatoria di Bologna, all'epoca la seconda città per grandezza dello Stato Pontificio. Rimase presto orfano del padre (deceduto a 42 anni) mentre la madre passò a seconde nozze col conte Luigi Bentivoglio. A tredici anni Prospero Lambertini, dopo aver appreso i primi rudimenti dai maestri Paolo Pasi e Sante Stancari, fu mandato a Roma nel Collegio Clementino diretto dai Padri Somaschi, ove si segnalò per vivacità d'ingegno fra i condiscepoli. Un discorso latino da lui tenuto nel 1691 richiamò sulle sue attitudini l'attenzione del card. Benedetto Pamphili che lo raccomandò a Papa Innocenzo XII, il quale gli assegnò un piccolo beneficio che rendeva cento scudi d'oro. Nel 1694 si laureò in teologia e diritto nell'Università di Roma, avviandosi presto e con molti apprezzamenti alla carriera curiale, che percorse in tutti i suoi gradi ed uffici, fino a diventare Segretario della Congregazione del Concilio nel 1718. Il Lambertini prese gli ordini sacerdotali il 2 luglio 1724, all'età di quasi cinquant'anni, quando era già all'apice della carriera curiale. Grazie a Benedetto XIII, che lo teneva in alta considerazione, salì rapidamente i gradi della gerarchia ecclesiastica, diventando Vescovo il 16 luglio dello stesso anno e Arcivescovo Titolare di Teodosia nel 1725. Soltanto dopo essersi servito dei suoi illuminati consigli nel Concilio straordinario romano del 1725, sulla disciplina ecclesiastica, il Pontefice Benedetto XIII lo creò Cardinale e quindi Vescovo di Ancona. Fu Clemente XII, nel maggio 1731, a nominarlo - non a caso - arcivescovo di Bologna, sua città natale. Le capacità diplomatiche già dimostrate dal Lambertini in occasione del Concordato con le monarchie Sicula e di Savoia, infatti, lo rendevano il candidato più adatto ad affrontare con successo i difficili rapporti con il Senato cittadino, che caratterizzavano la forma diarchica di governo di quella città. In quest'ambito il Lambertini, oltre alle sue indiscusse capacità di mediatore, dimostrò di avere anche una mente particolarmente aperta per l'epoca, accogliendo spesso le richieste del Senato per una partecipazione degli ecclesiastici alle necessità della città, tanto da attirare verso di sé le critiche di quella parte del clero ancora arroccato nella difesa intransigente di anacronistici privilegi. A Bologna il Lambertini dimostrò di essere non soltanto un giurista esperto di affari amministrativi e uno studioso, ma anche un pastore attento e attivo, spinto da una vocazione sincera e profonda[15]. Egli perseguiva la sua missione, innanzi tutto, attraverso le visite pastorali, che gli assicuravano un contatto continuo con la Diocesi, e che gli permettevano sia di rendersi conto personalmente delle reali situazioni locali del clero e del popolo dei fedeli, sia di intervenire nel modo più opportuno, non soltanto per consigliare o aiutare fattivamente nei singoli casi concreti, ma anche per dare indicazioni e disposizioni a carattere generale e all'occorrenza per riprendere e sanzionare un clero spesso indisciplinato o semplicemente ignorante. Eminente canonista, prudente uomo politico, difese rigorosamente la dottrina della Chiesa, ma fu moderato ed equanime nei confronti del giansenismo. Fondamentale il suo appoggio al sapere scientifico, che difese e spesso incoraggiò con provvedimenti, finanziamenti e donazioni. Venne eletto al soglio pontificio il 17 agosto 1740, dopo un conclave durato ben sei mesi, il cui esito fu inaspettato per lo stesso Lambertini, che non ambiva a quella carica. La sua elezione al soglio pontificio avvenne in un periodo di grandi tribolazioni, causate principalmente dalle dispute tra le nazioni cattoliche e il Papato. Papa Lambertini riuscì a rifiutare la maggior parte delle richieste degli Stati nazionali di nominare i vescovi, serbandone il diritto di nomina alla Chiesa. Per esempio fu in grado di appianare le dispute della Santa Sede con il Regno di Napoli, il Regno di Sardegna, la Spagna, Venezia e l'Austria. Per questo egli divenne noto anche come il Papa dei concordati, che riuscì a concludere grazie alla sua concezione piuttosto moderna del rapporto tra potestà laicale e potere temporale della Chiesa, secondo la quale era necessario osservare in modo nuovo le esigenze degli Stati, cercando di superare con animo conciliante le eventuali divergenze, per il bene supremo delle anime. Benedetto XIV riteneva infatti "di vivere in un'epoca che richiedeva assolutamente accondiscendenza verso i prìncipi temporali sul terreno civile per ottenere in cambio mano libera in quello spirituale, da non confondersi, quest'ultimo, con la difesa dei privilegi del clero". Al suo arrivo a Roma, il Lambertini trovò una situazione economica disastrosa. Cercò quindi di riorganizzare le finanze e di tutelare la sicurezza pubblica, ordinando anche la ridefinizione dei confini dei rioni nei quali era suddivisa la città di Roma, ed affidando all’architetto Giovanni Battista Nolli da Como l’incarico di disegnare una pianta accurata della città. Questo lavoro divenne il prototipo della cartografia romana moderna. Secondo il Lambertini, la causa principale del dissesto finanziario dello Stato era nella cattiva amministrazione di una curia cosmopolita a cui non interessava nulla dello Stato. Intese favorire quindi, attraverso la nazionalizzazione delle cariche civili, le famiglie romane che conoscevano i problemi dello Stato e che avevano interesse a garantirne lo sviluppo e la buona amministrazione: Per questo, con la bolla "Urbem Romam", promulgata il 4 gennaio 1746 istituì un Albo del ceto nobile romano, in cui vennero inserite 180 famiglie romane. Tra queste famiglie vennero scelti 60 capi famiglia, i cosiddetti "LX Patrizi Coscritti", il cui insieme costituì il patriziato romano (che derivava in gran parte dalla nobiltà senatoria dell'Impero Romano). Avviò immediatamente anche un’opera di riforma del Clero, a cominciare dai dignitari ecclesiastici a tutti i livelli, a Corte, in Curia, nel governo delle Diocesi e delle province, cercando di controllare e correggere gli ecclesiastici indegni ed incapaci, spinti dall’ambizione di carriera e di potere. Cercò inoltre di migliorare l’efficienza della Curia romana, istituendo nuovi dicasteri, ed ampliando o precisando la giurisdizione e le competenze, nonché ampliando gli organici, di alcuni di quelli esistenti. Il successo di questa sua opera riformatrice non mostrò immediatamente i suoi frutti, ma fu basilare per il miglioramento della qualità del clero nelle epoche successive. Papa Lambertini fu famoso anche per il suo mecenatismo. A lui si deve, ad esempio, la conservazione di non poche antichità romane, comeColosseo (che sottrasse al saccheggio edilizio, dichiarandolo luogo sacro per il martirio dei primi cristiani, nonostante le fonti in proposito fossero piuttosto incerte), i restauri di San Pietro, di Santa Maria Maggiore, di Castel Sant'Angelo, della Scala Santa e della Chiesa di Santa Croce in Gerusalemme. Sovvenzionò la riedificazione della Collegiata di San Biagio di Cento e del Duomo di San Pietro in Bologna, donando inoltre a quest’ultimo, ed al tempio bolognese di San Petronio, preziose suppellettili sacre. Fece ultimare la fontana di Trevi ed altri vari monumenti, arricchendo le collezioni dei Musei capitolini. Convinto che “il miglior servizio che si potesse fare alla Santa Sede fosse di portare a Roma <>”, riformò l’Accademia dei Lincei, s’interesso dell’Università di Bologna, donandole la sua biblioteca privata, promosse scuole d’arte ed accademie scientifiche, incentivando gli studi e la ricerca, compreso lo studio dell’anatomia attraverso la dissezione dei cadaveri. Dedicò una cura particolare alle Biblioteche, incrementando la dotazione di quella Vaticana, per la quale acquistò il fondo ottoboniano, creando anche il Museo di antichità cristiane; rese accessibile la Biblioteca Corsiniana e diede impulso a molte Biblioteche di ordini religiosi o conventuali. Uomo di grande erudizione, mantenne contatti epistolari con i personaggi più illuminati del suo tempo, da sovrani come Francesco I, Maria Teresa d’Austria, Luigi XV, Federico II, Giovanni V di Portogallo, a uomini di cultura come Voltaire (che gli dedicò il suo Mahomet), Scipione Maffei, Antonio Genovesi, Girolamo Baruffaldi, Ludovico Antonio Muratori, Pierluigi Moreau de Maupertuis e molti altri. Il discredito ormai diffuso delle due Congregazioni del Sant'Offizio e dell'Indice, che si occupavano della censura preventiva e della proibizione dei libri, indussero Benedetto XIV a rivedere attentamente tutta la delicata materia ed a riformarne la legislazione, disciplinando attentamente e con rigore tutta la procedura nell'esame delle opere sospette, al fine di evitare arbìtri ed abusi, fino ad arrivare ad una completa riforma dell'Indice. Secondo il Lambertini, infatti, il doveroso rispetto della legge e della tradizione dovevano andare di pari passo con quello altrettanto doveroso verso tutto ciò che era ricerca ancora in atto al livello degli eruditi. Ebbe un papato molto attivo, riformò l'educazione dei sacerdoti, il calendario delle festività della Chiesa e molte istituzioni ecclesiastiche. Nel 1741 emise la bolla papale Immensa Pastorum principis contro lo schiavismo nelle Americhe. Forse l'atto più importante del suo pontificato fu la promulgazione delle sue due famose bolle papali sulle missioni: Ex quo singulari e Omnium solicitudinum. In queste bolle denunciò il costume di aggiustare parole e usi cristiani per esprimere realtà non-cristiane e pratiche delle culture indigene, che era stato estensivamente utilizzato dai gesuiti nelle loro missioni in Cina. Per esempio lo "status" degli antenati - l'onore tributato agli antenati - doveva essere considerato «adorazione degli antenati» o qualcosa di simile alla venerazione cattolica dei santi. Poteva un cattolico «venerare» legittimamente un antenato che notoriamente non era cristiano? La scelta di una traduzione cinese per il «nome di Dio» venne anch'essa dibattuta fin dall'inizio del XVII secolo. D'altra parte una conseguenza delle bolle di Benedetto fu la perdita di molti dei convertiti. Il 27 luglio 1752 Papa Benedetto donò al vescovo di Cefalù, Mons. Agatino Maria Riggio Statella, convenuto a Roma per la propria ordinazione episcopale, il corpo di San Prospero martire, prelevato dalle Catacombe di San Callisto di Roma, affinché venisse venerato come patrono della città di Catenanuova, fondata nel 1736 dal principe Andrea Giuseppe Riggio Statella, fratello dello stesso vescovo.


Stato: Vatican City

Data: 04/02/2000

Emissione: I Papi e gli Anni Santi

Dentelli: 13¾ x 13¾

Tiratura: 450.000

Stampa: Offset